Abbiamo
parlato in precedenza del ruolo dell’acqua in alcune importanti
discipline sportive praticate a livello olimpico.
In alcuni
casi l’acqua dei fiumi fa da scenario
a storiche sfide agonistiche che ogni anno rinnovano in occasioni particolari l’antica rivalità fra gli avversari.
È il caso della gara di canottaggio
(boat race) tra le università di Oxford e Cambrige che si svolse per la prima volta nelle
acque del Tamigi il 12
marzo 1829. Allora fu Cambridge a lanciare la sfida ad Oxford. Quella
gara, secondo le cronache, fu interrotta subito dopo una prima falsa partenza;
al secondo “via” Oxford si pose immediatamente al comando della regata (una
competizione tra imbarcazioni che consiste nel completare, una o più volte, un percorso prestabilito), che andò poi a vincere.
L’evento si rivelò un tale successo che dopo la prima
edizione la boat race venne
trasferita a Londra, con partenza dal ponte di Westminster ed arrivo a quello
di Putney.
In quegli
anni la gara si svolgeva frequentemente.
A partire
dal 1856 la competizione iniziò a ripetersi con cadenza annuale. Nacque così
la “tradizione” giunta fino ai giorni nostri: il perdente, puntualmente,
agli inizi del nuovo anno rilancia la sfida per ottenere la rivincita nel corso
del mese di marzo o al massimo al principio di quello di aprile.
Tra gli
aneddoti storici si ricorda che la barca dei light blues (Cambridge) affondò nel 1859 e quella dei dark blues (Oxford) nel 1925.
Nel 1981,
per la prima volta nella storia della prestigiosa competizione, prese parte
alla stessa una donna, Sue Brown, che nel ruolo di timoniera condusse Oxford
alla vittoria anche l’anno successivo.
La gara,
naturalmente, si volge ancora tutt’oggi con un tempo medio di
percorrenza pari a 20 minuti (il record è attualmente detenuto dai light blues).
Poche
settimana fa è stata la squadra di canoisti
di Oxford a passare per prima il traguardo, portando così il totale delle proprie vittorie a 77 contro le 81 di
Cambridge, a cui non ci rimane che augurare... in bocca al lupo per il prossimo
anno!
Lorenzo Cavedini, Elena Codecasa
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