martedì 17 febbraio 2015

Il carnevale brasiliano

Cari lettori,
             
 per rimanere in tema con il carnevale oggi Vi parleremo di uno dei carnevali più famosi del mondo, il carnevale brasiliano!
In Brasile il carnevale riveste infatti una grandissima importanza: importato dai portoghesi nel XV secolo, con il trasloco della corte reale a Rio de Janeiro, si cercò di rendere più civile la festa, limitandola a balli e parate di persone mascherate.
Alla fine del XIX secolo camminavano così per le strade di Rio de Janeiro gruppi di persone chamati Cordoes, Ranchos e Blocos, tutti vestiti in modi molto stravaganti.
Oggi il carnevale brasiliano è famoso in tutto il mondo per i balli scatenati ed i carri costruiti con grande fantasia e bravura dalle varie scuole di samba che, sfilando e ballando, si contendono i premi per il più bel carro, la più bella coreografia, i migliori costumi e la migliore musica.
Un'ultima curiosità: il carnevale di Rio de Janeiro è entrato di diritto nel guinness dei primati del mondo in quanto carnevale più grande del mondo!
Buon carnevale a tutti!

Ana la lettrice accanita
Giulia la curiosa
Rebby e Parcy


I costumi regionali del carnevale italiano

Salve a tutti cari lettori,
                                       dato che siamo nel periodo del carnevale abbiamo deciso di proporVi i costumi e le maschere tipiche di alcune regioni italiane.





VALLE D'AOSTA


Costumi tipici della Valle d'Aosta sono quelli del Toc e della Tocca: consistono in un abbigliamento tipicamente montanaro con i quali si balla e si danza per le case dove si ricevono in cambio denaro o dolci caratteristici del carnevale Valdostano.












PIEMONTE


Gianduia è la più importante maschera piemontese, nata nel 1798: rappresenta un gentiluomo che ama il buon vino, è sempre allegro e coraggioso. Sempre presente nelle feste torinesi, è spesso accompagnato dalla sua fedele compagna Giacometta.









LOMBARDIA


Arlecchino, cavadenti, barbiere e buffone di corte è un grande maestro delle burle ed è il più testardo dei testardi. Originario di Bergamo bassa, il suo vestito è fatto con molti zecchini colorati.











TRENTINO ALTO ADIGE


Un costume tipico del Trentino è il Matazin. Questa maschera ha campanacci rumorosi e il volto dipinto in maniera buffa seconde le usanze contadine di un tempo.








VENETO


Colombina non sa esprimersi bene in italiano, ma parla molto bene il dialetto veneziano. Lavora a Venezia con Rosaura e Pantalone. Il suo innamorato è Arlecchino che le ha promesso di sposarla, ma ancora non lo ha fatto.
Colombina porta la cuffietta arricciata, un corpetto verde stretto in vita e allacciato con nastri, con una profonda scollatura ed ampie maniche a sbuffo, una sottogonna bianca, la gonna arricciata a righe, foderata di rosso rialzata sul davanti da un nastro di raso rosso come quelli del corpetto, un grembiule bianco e scarpine a punta con nastro rosso.







FRIULI VENEZIA GIULIA


Rolar è una figura magica e demonica, dotata di scopa e campanelli legati alla vita con i quali avverte le persone di prepararsi alla mascherata.









LIGURIA


Capitan Fracassa è la maschera che rappresenta la Liguria: è una caricatura degli ufficiali del XV secolo. Il vestito a strisce colorate è corredato da un cappello a falde larghe con delle piume, a completamento del costume c'è una lunga spada.








EMILIA ROMAGNA


Il dottor Balanzone è la maschera tipica di Bologna. Balanzone parla male un po' tutte le lingue, che spesso mescola tra loro e si diletta un po' di tutti i saperi. Si veste con pantaloni e camicia nera con un colletto bianco. In testa ha un largo feltro nero.








LAZIO


Rugantino è la maschera tipica del Lazio. Rugantino veste con un cappello rosso, alto, tipo gendarme, ha un colletto plissettato, una giacca marrone, lunga, orlata di giallo, un panciotto rosso, calze a strisce orizzontali rosse e gialle, delle scarpe con fibbia.









Giorgia la reporter d'assalto
Mattia il digitale

I carnevali più belli e famosi d'Italia




VENEZIA



Per farvi capire quanto è antico, basta pensare ad un cavaliere vestito da dama oppure con un buffissimo sombrero: secondo le informazioni prese da un documento del Doge Vitale Falier, la parola "Carnevale" risalirebbe infatti addirittura al 1094.
Le motivazioni di questa popolare festa, secondo gli abitanti della città, sarebbe l'esigenza di concedere ai cittadini e agli stranieri un momento di felicità e di distacco dalla noia degli affari quotidiani. Infatti, attraverso l'anonimato concesso dalla maschera e dal costume, ogni ceto sociale poteva confondersi tra la folla e burlarsi delle persone più importanti. Normalmente burlarsi di un duca avrebbe portato conseguenze disastrose per l'autore dello scherzo, ma, durante la festa, diventò possibile. Venezia è inoltre famosa in tutto il mondo per le sue maschere piene zeppe di carattere e stile, che furono probabilmente introdotte nello svolgimento della festa fin dalla prima edizione.







VIAREGGIO


La tradizione della sfilata di carri a Viareggio risale al 1873, quindi è, diciamo più "giovane" della tradizione veneziana. Tutto nacque quando dei ricchi borghesi, stufi delle pesanti tasse, decisero di protestare mascherandosi.  Da quel giorno, ogni anno le persone si travestono per eliminare i pensieri scontenti. Alla fine del secolo alla sfilata si aggiunsero anche i carri, che con il tempo migliorarono, sia dal punto di vista dei materiali che dell'estetica.
Purtroppo, come tutte le cose belle, il Carnevale venne interrotto dalla Guerra Mondiale: la manifestazione riprese dopo sei lunghi anni,  nel 1921, ancora più spettacolare e non venne più interrotta.









IVREA


"Storico Carnevale d'Ivrea". Se pensate che storico sia un'aggettivo attribuito all'evento da noi, vi sbagliate di grosso... Lo "Storico Carnevale d'Ivrea" è infatti una celebrazione antica, proprio come il collega veneziano, che porta da anni felicità nelle case del paese piemontese.
Il momento clou del Carnevale sta nella rievocazione dell'esilio di un barone che, con la sua infinita superbia, privava le persone più umili di cibo e di un qualsiasi diritto. La ribellione fu provocata dalla figlia di un mugnaio la quale accese la scintilla che diede fuoco alla intolleranza degli abitanti nei confronti del barone. A scopo di una realistica rievocazione, viene svolta la classica "Battaglia delle Arance", nella quale ogni persona può armarsi di grinta, voglia di giocare e il tanto amato agrume. L'eroina della festa è ovviamente la Mugnaia che, al fianco del generale, sfila su uno stiloso carro e lancia arance a destra e a sinistra al fine di colpire tutto e tutti per donare un sorriso a chiunque.
Dietro il carro dell'eroina è presente un lungo corteo di militari a cavallo che controllano il corretto svolgimento della festa.
Nella rievocazione i bersagliati sono i feudatari alleati con il barone che colpiscono il "popolo in ribellione" con le arance. La celebrazione non è ancora finita:  dal giorno dopo il Giovedì Grasso infatti  ogni persona scende in strada con il classico Berretto Frigio a simboleggiare la libertà de paese.


LoreBryant


Le origini del carnevale

Cari lettori,
             
   oggi abbiamo deciso di parlarVi delle origini del carnevale, una festa internazionale che si celebra nei paesi cattolici e che si caratterizza per la sua originalità: per festeggiarlo infatti, come ben saprete, si tengono parate, sfilate e vere e proprie competizioni che prevedono gare e riconoscimenti per i costumi ed i carri più originali e rappresentativi.
La parola carnevale deriva dall'espressione latina "carnem levare" che significa "eliminare la carne": con questo termine si indicava infatti il fastoso banchetto che si allestiva l'ultimo giorno dei festeggiamenti, il Martedì grasso, giorno che ancora oggi coincide con l'ultimo giorno di festa prima che il Mercoledì delle ceneri segni l'inizio del periodo di digiuno previsto dalla Quaresima.
In realtà le origini del carnevale sono ancora più antiche e risalgono addirittura a delle feste di origini greche e romane, le dionisiache ed i saturnali, in cui l'ordine e gli obblighi sociali venivano ribaltati tra scherzi e sregolatezza: in quei giorni la festa ed il caos prendevano infatti il posto dell'ordine sociale costituito, rappresentando in questo modo una valida valvola di sfogo per le persone, prima che, al termine dei festeggiamenti, tornasse tutto all'ordine, alle regole ed alla vita normale del resto dell'anno.
Per capirci è un po' come se noi studenti, durante i giorni del carnevale, ci vestissimo da professori e, tra scherzi, sberleffi  e risate, iniziassimo a riempirli di compiti, verifiche ed interrogazioni a sorpresa, per poi, una volta finito il carnevale, tornare al nostro ruolo di alunni....certo che quasi quasi, l'anno prossimo...un pensierino....
Buon carnevale a tutti!



Sweet Marty
Elisa l'esperta di moda
Margot l'artista

La prova di evacuazione

Buongiorno cari lettori,
                                   vi è mai capitato di trovarvi in situazioni di pericolo ed emergenza e, presi dal panico, non sapere esattamente cosa fare?
Oggi vorrei parlarVi di un'esperienza che io ed i miei compagni abbiamo vissuto in prima persona: alle 10:30 di venerdì 30 gennaio infatti l'Istituto Facchetti ha svolto un improvvisa esercitazione del piano di evacuazione per valutarne l'efficacia.
Per noi studenti un venerdì mattina qualunque, come sempre avevamo la lezione di italiano del prof. Tadolti e, strano ma vero, eravamo così concentrati da non sentire nemmeno la campanella dell'allarme suonare: ci siamo resi conto del pericolo grazie al trambusto creato dalle altre classi che camminavano nel corridoio e scendevano ordinatamente le scale.
Grazie alle lezioni del prof. Bottinelli ognuno di noi sapeva esattamente cosa fare: abbiamo indossato velocemente i giubbotti, abbandonando tutto il resto, e gli studenti incaricati di aprire la fila si sono messi come dei soldatini davanti agli altri, il prof. ha preso il registro e si è messo a capo della fila, mentre gli studenti incaricati di chiudere la fila controllavano che nessuno si fosse smarrito o avesse bisogno di aiuto.
A questo punto, in fila due a due, abbiamo diligentemente sceso le scale e percorso il tratto di strada che separa la nostra scuola dalla piazza Giuseppe Garibaldi, dove il professore ha fatto l'appello per controllare che nessuna persona si fosse persa per strada: per fortuna c'eravamo tutti!
Dopo un quarto d'ora abbiamo così fatto ritorno nella nostra aula dove abbiamo ripreso la lezione di italiano dal punto in cui l'avevamo precipitosamente abbandonata; ad un certo punto è entrato il prof. Bottinelli dicendoci che eravamo stati molto bravi e chiedendoci se avessimo delle osservazioni da fare o se qualcosa avesse interferito con l'evacuazione: sia noi che il prof. Tadolti abbiamo fatto notare che non avevamo sentito la campanella d'allarme ed il prof. Bottinelli ha risposto che non eravamo stati gli unici e che per questo avrebbe fatto installare una nuova campanella proprio a ridosso delle nostre aule.
La prova d'evacuazione infatti, oltre a rendere automatico il nostro comportamento in caso di vero allarme (ricordate sempre che agire in situazione di panico non è come agire in una situazione normale), serviva proprio a valutare il piano d'emergenza ed apportare eventuali migliorie o aggiustamenti così da garantire al meglio la nostra sicurezza!
Arrivederci al prossimo articolo,


Sweet Marty

In settimana bianca con il Facchetti!

Buongiorno carissimi lettori,
                                          avendovi partecipato ed essendomi divertito molto, ho deciso quest'oggi di parlarVi della settimana bianca organizzata dal nostro Istituto, ormai una vera e propria tradizione.
L'appuntamento tanto atteso si svolge ogni anno a Livigno, rinomata località sciistica della Valtellina, in provincia di Sondrio, situata a pochi passi dal confine con la Svizzera.
La partenza solitamente è prevista il sabato mattina e ci si impiegano dalle quattro alle cinque ore per raggiungere la meta, l'accogliente hotel Alpina, dove, una volta preso possesso delle camere, ci si riposa un po' prima di cena.
La giornata tipo ha inizio alle 8:30 con un'abbondante colazione presso la sala da pranzo, poi ci si ritrova tutti alle 9:15 nella ski-room dalla quale si parte per la camminata che porta alla scuola centrale di sci.
Il primo giorno i maestri dividono i partecipanti in base al loro livello di sciata e formano così i gruppi per le lezioni della settimana.
Si scia ogni giorno dalle 10:15 alle 13:00, quando, affamati per l'intensa attività sportiva, facciamo ritorno all'hotel per pranzare tutti insieme.
Dopo il pranzo iniziano le ore che piacciono meno a noi studenti: dalle 15:30 alle 18:00 infatti il tempo viene dedicato ai compiti ed allo studio.
La cena ha solitamente inizio alle 19:30 e finisce verso le 21:00, quando ci si sposta tutti in taverna, una sala dove è possibile stare in compagnia e giocare a carte o con i videogiochi.
Il giovedì ed il venerdì invece la scansione della giornata subisce alcune modifiche: il giovedì è possibile scegliere infatti tra diverse attività come il pattinaggio su ghiaccio ( attività che può rovinare il resto della vacanza, in caso di brutte cadute!), l'andare a cavallo o salire su una carrozza trainata dai cavalli ( attività entrambe da consigliare, in quanto permettono di godere del bel paesaggio- sulla carrozza, per i più freddolosi, è inoltre possibile coprirsi con delle pesanti coperte!) oppure recarsi all'acquagranda, una spa enorme, dove rilassarsi e riprendersi dalle fatiche della settimana in numerose piscine, saune e bagni turchi.
Il venerdì mattina invece si tiene la gara di discesa, organizzata per i meno esperti su una pista di media difficoltà e su una pista ricca di paraboliche e cunette, molto più difficile, per gli sciatori più esperti; finita la gara, dopo il pranzo, si scende invece dalle piste con i gommoni: si sale grazie ad un impianto di risalita (il tapis roulant) e poi ci si lancia a velocità elevatissima su una pista ricca di cambi di direzione e paraboliche entusiasmanti.
Insomma, la settimana bianca del Facchetti è un'esperienza indimenticabile, perché permette di sciare in paesaggi mozzafiato, affinare la propria tecnica grazie a maestri di provata esperienza, divertirsi in buona compagnia e provare attività nuove ed interessanti, per di più senza perdere di vista lo studio!
Cosa aspettate ad unirvi a noi?
Vi aspetto e vi saluto

Ludo il Tigherino