vi è mai capitato di trovarvi in situazioni di pericolo ed emergenza e, presi dal panico, non sapere esattamente cosa fare?
Oggi vorrei parlarVi di un'esperienza che io ed i miei compagni abbiamo vissuto in prima persona: alle 10:30 di venerdì 30 gennaio infatti l'Istituto Facchetti ha svolto un improvvisa esercitazione del piano di evacuazione per valutarne l'efficacia.
Per noi studenti un venerdì mattina qualunque, come sempre avevamo la lezione di italiano del prof. Tadolti e, strano ma vero, eravamo così concentrati da non sentire nemmeno la campanella dell'allarme suonare: ci siamo resi conto del pericolo grazie al trambusto creato dalle altre classi che camminavano nel corridoio e scendevano ordinatamente le scale.
Grazie alle lezioni del prof. Bottinelli ognuno di noi sapeva esattamente cosa fare: abbiamo indossato velocemente i giubbotti, abbandonando tutto il resto, e gli studenti incaricati di aprire la fila si sono messi come dei soldatini davanti agli altri, il prof. ha preso il registro e si è messo a capo della fila, mentre gli studenti incaricati di chiudere la fila controllavano che nessuno si fosse smarrito o avesse bisogno di aiuto.
A questo punto, in fila due a due, abbiamo diligentemente sceso le scale e percorso il tratto di strada che separa la nostra scuola dalla piazza Giuseppe Garibaldi, dove il professore ha fatto l'appello per controllare che nessuna persona si fosse persa per strada: per fortuna c'eravamo tutti!
Dopo un quarto d'ora abbiamo così fatto ritorno nella nostra aula dove abbiamo ripreso la lezione di italiano dal punto in cui l'avevamo precipitosamente abbandonata; ad un certo punto è entrato il prof. Bottinelli dicendoci che eravamo stati molto bravi e chiedendoci se avessimo delle osservazioni da fare o se qualcosa avesse interferito con l'evacuazione: sia noi che il prof. Tadolti abbiamo fatto notare che non avevamo sentito la campanella d'allarme ed il prof. Bottinelli ha risposto che non eravamo stati gli unici e che per questo avrebbe fatto installare una nuova campanella proprio a ridosso delle nostre aule.
La prova d'evacuazione infatti, oltre a rendere automatico il nostro comportamento in caso di vero allarme (ricordate sempre che agire in situazione di panico non è come agire in una situazione normale), serviva proprio a valutare il piano d'emergenza ed apportare eventuali migliorie o aggiustamenti così da garantire al meglio la nostra sicurezza!
Arrivederci al prossimo articolo,
Sweet Marty
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