VENEZIA
Per farvi capire quanto è antico,
basta pensare ad un cavaliere vestito da dama oppure con un buffissimo sombrero: secondo le informazioni prese da un documento del Doge Vitale Falier, la
parola "Carnevale" risalirebbe infatti addirittura al 1094.
Le motivazioni di questa popolare festa, secondo gli
abitanti della città, sarebbe l'esigenza di concedere ai
cittadini e agli stranieri un momento di felicità e
di distacco dalla noia degli affari quotidiani. Infatti, attraverso l'anonimato
concesso dalla maschera e dal costume, ogni ceto sociale poteva confondersi tra la folla e burlarsi delle persone più
importanti.
Normalmente burlarsi di un duca avrebbe portato conseguenze disastrose per
l'autore dello scherzo, ma, durante la festa, diventò
possibile.
Venezia è inoltre famosa in tutto il mondo per
le sue maschere piene zeppe di carattere e stile, che furono probabilmente
introdotte nello svolgimento della festa fin dalla prima edizione.
VIAREGGIO
La tradizione della sfilata di carri
a Viareggio risale al 1873, quindi è, diciamo più "giovane"
della tradizione veneziana. Tutto nacque quando dei ricchi borghesi, stufi
delle pesanti tasse, decisero di protestare mascherandosi. Da quel giorno, ogni anno le persone si
travestono per eliminare i pensieri scontenti. Alla fine del secolo alla
sfilata si aggiunsero anche i carri, che con il tempo migliorarono, sia dal
punto di vista dei materiali che dell'estetica.
Purtroppo, come tutte le cose belle,
il Carnevale venne interrotto dalla Guerra Mondiale: la manifestazione
riprese dopo sei lunghi anni, nel 1921,
ancora più
spettacolare e non venne più interrotta.
"Storico Carnevale d'Ivrea". Se pensate che
storico sia un'aggettivo attribuito all'evento da noi, vi sbagliate di
grosso... Lo "Storico Carnevale d'Ivrea" è
infatti
una celebrazione antica, proprio come il collega veneziano, che porta da anni
felicità nelle case del paese piemontese.
Il momento clou del Carnevale sta nella rievocazione
dell'esilio di un barone che, con la sua infinita superbia, privava le persone
più umili di cibo e di un qualsiasi
diritto. La ribellione fu
provocata dalla figlia di un mugnaio la quale accese la scintilla che diede
fuoco alla intolleranza degli abitanti nei confronti del barone. A scopo di una
realistica rievocazione, viene svolta la classica "Battaglia delle
Arance", nella quale ogni persona può armarsi di grinta, voglia di giocare
e il tanto amato agrume. L'eroina della festa è ovviamente
la Mugnaia che, al fianco del generale, sfila su uno stiloso carro e lancia
arance a destra e a sinistra al fine di colpire tutto e tutti per donare un
sorriso a chiunque.
Dietro il carro dell'eroina è presente
un lungo corteo di militari a cavallo che controllano il corretto svolgimento della festa.
Nella rievocazione i bersagliati sono i feudatari alleati
con il barone che colpiscono il "popolo in ribellione" con le arance.
La celebrazione non è ancora finita: dal giorno dopo il Giovedì
Grasso infatti ogni persona scende in strada con il classico Berretto Frigio a simboleggiare la libertà de paese.
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