martedì 29 novembre 2016

Quando ridere fa riflettere: una risata intelligente

Salve a tutti cari lettori,

oggi vi parlerò di un grande attore e regista, Charlie Chaplin.
Nato il 16 aprile 1889 nella periferia di Londra, Charlie ebbe un'infanzia tutt'altro che facile: suo padre, dedito al bere, e sua madre, una cantante in perenne difficoltà nel trovare lavoro, a causa dell'estrema povertà furono infatti costretti ad affidare lui e il fratello per due anni ad un orfanotrofio.
In seguito i suoi genitori si separarono e la madre iniziò a manifestare i sintomi di una brutta malattia mentale che la costrinse ad una serie di ricoveri ospedalieri inframezzati a faticosi ritorni sulle scene.
Nonostante un'infanzia tanto infelice, Charlie non smise però di sognare una vita dignitosa e di coltivare le sue aspirazioni artistiche: dotato di grande intelligenza e spirito di osservazione, sfruttò infatti le sue doti per cogliere aspetti della realtà oscuri agli altri e renderli loro evidenti attraverso un'arma potentissima, la risata, anche se forse sarebbe più corretto parlare di sorriso viste la delicatezza e la sensibilità che ha dimostrato lungo tutta la sua carriera, iniziata all'epoca del cinema muto e terminata nell'età d'oro del cinema.
Pensare a Chaplin come a un regista e attore comico non solo è riduttivo, ma addirittura sbagliato: se si guardano i suoi film ad un livello più profondo, senza fermarsi alla risata facile, risulta infatti evidente come ogni scena comica nasconda in realtà una critica o una riflessione su quanto rappresentato.
Solo per citare le scene più famose, la scena del film "Tempi moderni" in cui Chaplin viene catturato dagli ingranaggi è ad esempio una feroce critica al taylorismo e alla catena di montaggio in grado di imprigionare l'operaio e ridurlo a semplice ingranaggio del nuovo sistema di produzione, mentre il balletto con il mappamondo che Chaplin compie nel film "Il dittatore" vuole rendere evidente come Hitler, scatenando a Seconda guerra mondiale, abbia giocato con il destino del mondo.
Invito dunque tutti i mie compagni, soprattutto quelli della classe terza che in questo periodo stanno studiando proprio il periodo storico in cui Chaplin visse e ambientò molte delle sue opere, a rivedere i suoi film e, tra una risata e l'altra, a provare a individuare tutti i temi e gli argomenti che, trattati da lui con apparente leggerezza, ritornano anche nei nostri libri di scuola e nelle spiegazioni dei nostri professori.
A presto!


Jack on the Net

martedì 22 novembre 2016

The UP series

Salve a tutti, cari lettori,

una di queste sere, navigando in Internet in cerca di idee per nuovi articoli, mi sono imbattuta in una vecchia serie televisiva degli anni 60 chiamata "7UP".
Creata dall'inglese Michael Apted nel 1964, questa particolare serie può essere considerata di diritto il primo reality show della storia della TV.
"7Up" racconta infatti la storia di 14 bambini inglesi attraverso delle interviste alle quali sono stati sottoposti a intervalli regolari di 7 anni. Il programma, assecondando l'età dei protagonisti, ad ogni edizione cambia inoltre il proprio nome: se la prima serie si intitola "7up", l'ultima, realizzata nel 2012, è stata battezzata infatti "56Up".
Questo progetto, la cui gestazione ha richiesto per la sua particolare impostazione quasi mezzo secolo, ha avuto come scopo principale quello di dimostrare come la nostra vita sia determinata anche dal contesto sociale in cui viviamo e nel quale cresciamo, trasformandosi di fatto in un vero e proprio studio sociologico: se da un lato infatti rende evidenti i cambiamenti avvenuti nel corso degli anni nella società, evidenziando inoltre la modesta mobilità sociale, dall'altro permette di osservare come lo scorrere del tempo e il diventare adulti, oltre a imporre compromessi e rinunce, abbiano spesso modificato prospettive e ambizioni dei protagonisti che, costretti a fare i conti con la realtà, hanno percorso strade diverse rispetto al percorso di vita sognato da bambini.
Senza anticiparvi nulla vi invito quindi a visionare tutte le serie di questo interessantissimo programma, purtroppo poco conosciuto in Italia, ma che fortunatamente è possibile trovare facilmente su YouTube:
dimenticatevi i set e la realtà di cartone del Grande Fratello, allontanatevi dai reality show "poco reality e molto show" e tuffatevi in questo programma tanto aderente alla realtà da poter essere definito un vero e proprio documentario sociale.
Non mi resta che augurarvi buona visione e darvi l'arrivederci al prossimo articolo!

Ana la lettrice accanita

martedì 15 novembre 2016

La super Luna!

Salve a tutti, cari lettori,

siamo Andrea e Leo e oggi siamo qui per parlarvi di un fenomeno avvenuto ieri (Lunedì 14 novembre): la super Luna. Con questo nome si indica in realtà quel particolare fenomeno che porta la Luna ad apparire ai nostri occhi molto più grande del solito. Naturalmente la Luna non può realmente cambiare le proprie dimensioni: abbiamo così deciso di spiegarvi la causa di questo particolare evento.
La Luna, come tutti saprete, ruota intorno alla Terra seguendo una traiettoria di forma ellittica: proprio la forma della sua orbita fa sì che la Luna si trovi in alcuni momenti alla distanza minima rispetto al nostro pianeta (perigeo lunare), condizione che già di per sé porta a percepirla come più grande. Quando questo momento coincide con la fase di Luna piena ecco che si registra il fenomeno della super Luna: la Luna piena infatti, alla minima distanza dalla Terra, appare ancora più grande.
Questa percezione risulta ancora più evidente quando la Luna si trova bassa sull'orizzonte, dato che è più facile rapportarla ad elementi del paesaggio come campanili, ponti e colline, mentre diminuisce sensibilmente quando la Luna è alta nel cielo, impedendo di fatto qualsiasi confronto.
Dato che questo fenomeno dipende dal simultaneo avverarsi di due particolari condizioni risulta anche abbastanza raro: pare infatti che per poterlo ammirare ancora bisognerà attendere la bellezza di 34 anni!
Speriamo di avervi deliziato con il nostro articolo,





Leo il rugbista e Andrea lo sportivo

martedì 8 novembre 2016

Il calcio femminile in Italia

Buongiorno a tutti, cari lettori,

oggi voglio parlarvi del calcio, lo sport più diffuso e seguito in Italia, analizzato però dal punto di vista femminile. In Italia infatti il calcio è purtroppo visto come uno sport prettamente maschile e per questo il calcio femminile viene ancora sottovalutato, nonostante la grande diffusione che ha fatto registrare negli ultimi anni. Per capire la grande differenza che ancora oggi caratterizza le due metà del pallone nazionale è sufficiente far notare come anche le atlete che arrivano a giocare nella Serie A femminile non riescono a vivere solo di sport, ma sono costrette a svolgere altri lavori, spesso difficili da conciliare con allenamenti e trasferte. Ben diversa risulta essere invece la realtà del calcio femminile nel resto dell'Europa: in Francia ed in Germania per esempio i club più importanti hanno anche la squadra femminile e le giocatrici hanno un vero e proprio contratto da professioniste, disponendo inoltre di campi da calcio di primo livello e strutture attrezzate che permettono loro di allenarsi ai massimi livelli.
Il calcio femminile è talmente poco popolare in Italia che molti di noi nemmeno sanno che il Mozzanica, una squadra di calcio femminile arrivata in Seria A, è da anni una delle più grandi realtà del calcio femminile italiano. La squadra è composta da giocatrici che nella vita svolgono un normale lavoro come la pasticcera o l'impiegata e si dedicano allo sport nel loro cosiddetto "tempo libero". Questo è dovuto anche al fatto che la Federazione non concede molti contributi alle società che per poter continuare a giocare devono quindi investire di tasca propria o sperare in qualche sponsorizzazione. Proprio per la situazione economica complicata alle giocatrici viene riconosciuto il solo rimborso delle spese, non ricevendo quindi lo stesso trattamento dei professionisti maschi, spesso pagati profumatamente.
Speriamo che con il tempo la passione e la costanza di queste ragazze possa essere premiata anche dalla Federazione e quindi avere una realtà come quella europea.
Palla al centro e al prossimo articolo!





Sara la pallavolista