Dopo lo svago dei fiumi artificiali dei parchi acquatici, la tragedia di alcuni fiumi naturali in tempo di guerra.
Isonzo, Tagliamento
e Piave sono tre fiumi tra i principali “protagonisti” della storia italiana
sul fronte nord-orientale in occasione della Grande Guerra del ’15-’18.
Nella storia militare d’Italia l’Isonzo è ricordato
soprattutto perché lungo il suo corso, tra il maggio 1915 e l’ottobre 1917, si
svolsero 12 grandi battaglie contro l’esercito austroungarico.
Le prime quattro battaglie si svolsero nel 1915 ed ebbero
carattere di guerra di posizione. Nel 1916, quando si profilò la minaccia sul
Trentino, vi fu la quinta battaglia (11-19 marzo), in cui l’offensiva italiana
venne respinta. L’attacco del 6-17 agosto (6ª battaglia) portò alla conquista
di Gorizia. Le successive tre battaglie rientrarono nella fase della guerra di
logoramento. Con l’11ª battaglia (17 agosto-15 settembre) l’esercito italiano
realizzò una penetrazione di 10
km nelle linee di difesa nemica, ma ciò comportò
numerose perdite. La 12a e ultima battaglia, meglio nota
come battaglia di Caporetto, iniziò il 24 ottobre: dopo un bombardamento di
artiglieria durato sei ore, l’attacco austro-germanico penetrò subito in
profondità.
Il 26
ottobre 1917 il generale Cadorna ordinò alle truppe italiane il
ripiegamento sulla destra del Tagliamento e la costituzione di un corpo
d’armata speciale come estremo tentativo di tenere la linea fluviale. Gli
austro-tedeschi, per evitare a quel punto che gli italiani si rafforzassero,
attaccarono e riuscirono a forzare il passaggio del fiume a Corino e a valle di
Pinzano, compromettendo tutto il settore difensivo dell’intera linea del fiume.
Cadorna allora dispose che le truppe ripiegassero
immediatamente al piano, mentre il 4 novembre ordinò a tutte le colonne in
ritirata di raggiungere il Piave.
Ques’ultimo è noto come il "Fiume Sacro alla Patria"
in memoria dei combattimenti di cui fu teatro all’epoca appunto della Prima Guerra
Mondiale.
La parte
meridionale del corso del fiume divenne infatti una linea strategica fondamentale
contro l’avanzata austro-tedesca a partire dal novembre 1917, in corrispondenza
della ritirata avvenuta in seguito alla disfatta di Caporetto.
Le
battaglie del Piave in totale furono 3: la prima combattuta in due differenti fasi (10-26 novembre e 4-25 dicembre 1917), la seconda avvenuta tra il 15 e il 23 giuno 1918 e la terza (24 ottobre-3 novembre 1918) che segnò la conclusione delle operazioni belliche sul fronte italiano
nella Prima Guerra Mondiale. Il successo nella battaglia di Vittorio Veneto
permise a un certo punto a tutte le truppe italiane di transitare sulla
sinistra del Piave, riuscendo così a raggiungere Trento il 3 novembre e lo
stesso giorno, via mare, anche Trieste, quando già gli austriaci avevano chiesto
l’armistizio.
Per celebrare l’evento venne anche scritta una famosa
canzone divenuta ormai patromionio del repertorio nazional-popolare e ancora
intonata con orgoglio dagli Alpini, La
canzone del Piave:
“Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio
dei primi fanti il ventiquattro maggio;
l'esercito marciava per raggiunger la frontiera
per far contro il nemico una barriera!
Muti passaron quella notte i fanti,
tacere bisognava e andare avanti.
S'udiva intanto dalle amate sponde
sommesso e lieve il tripudiar de l'onde.
Era un presagio dolce e lusinghiero.
il Piave mormorò: "Non passa lo straniero!(...)”.