venerdì 30 novembre 2012

TotoStoria



Cari navigatori,
               
                abbiamo deciso di condividere con voi un post dedicato ai personaggi storici più graditi dagli studenti.
Vi chiediamo perciò di esprimere una preferenza e riportare dei commenti “sensati” sul vostro personaggio storico preferito, spiegando anzitutto la ragione della vostra scelta.
Chiaramente la vostra indicazione dipenderà dall’anno di studio che frequentate e quindi dal programma di Storia effettivamente svolto. Oppure potrebbe trattarsi di una simpatia espressa a partire da una passione personale che va al di là delle pagine del manuale.
Sbilanciatevi e diteci se vi piace un grande leader politico e militare come Giulio Cesare o un avventuroso navigatore come Cristoforo Colombo, un geniale inventore come James Watt o un eroe rivoluzionario come Giuseppe Garibaldi, un grande pensatore come Voltaire o un ambizioso politico come Otto Von Bismarck.
A seguire una lista che attraversa i secoli e che contiene alcuno celebri nomi del passato tra i quali scegliere il proprio “beniamino”:
Tutankhamon
Napoleone Bonaparte
Dante Alighieri
James Watt
Vittorio Emanuele II
Camillo Benso Conte di Cavour
George Stephenson
Otto Von Bismarck
Cristoforo Colombo
Giulio Cesare
Nicolò Copernico
Giuseppe Mazzini
Ferdinando Magellano
Michelangelo Buonarroti
Abraham Lincoln
Bonifacio VIII
Leonardo Da vinci
Johann Gutenberg
Galileo Galilei
Guglielmo d'Orange
George Washington
 Aspettiamo impazienti le vostre scelte e i vostri commenti!

Elena Codecasa, Leonardo Magni

martedì 27 novembre 2012

Un COLOSSALE monumento



In occasione della gita a Roma siamo andati a visitare il Colosseo, il monumento simbolo della città che ha molto colpito noi studenti sia dall’esterno che dall’interno.
Anzitutto una breve introduzione storica: il Colosseo è un anfiteatro, cioè un teatro dalla forma ovale a circonferenza chiusa, a differenza dei teatri che erano a semicerchio. La costruzione del Colosseo fu inaugurata da Nerone nel II secolo d.C. e terminata pochi anni dopo da Flavio Vespasiano, da cui ha preso il nome ufficiale di anfiteatro Flavio. Il nome con cui è più conosciuto, “Colosseo” appunto, deriva dalla “colossale” statua di Nerone che una volta era collocata a poca distanza dall’anfiteatro. Al suo interno avvenivano giochi, spettacoli e combattimenti organizzati per l’intrattenimento della popolazione.
All’interno del Colosseo, al “primo piano” rispetto ai tre totali, abbiamo visitato un piccolo museo in cui erano custoditi resti di statue ornamentali, scudi e spade di gladiatori. Da quel punto era possibile intravedere le rovine della domus di Nerone e la scuola dei gladiatori.
Sempre all’interno, nell’area in cui combattevano i gladiatori, era posizionata una lastra di legno che copriva per un quarto i sotterranei dove all’epoca erano tenuti gli animali feroci (tigri, leoni, orsi). Al di sopra c’erano le platee destinate ad ospitare il pubblico.
Insomma, una situazione davvero entusiasmante (peccato per il tempo piovoso!) e un luogo in cui chiudere gli occhi e “tuffarsi” nel passato…
   Moleri Pamela

Viaggio a Roma: 29/10 - 1/11



Cari compagni di classe rimasti a casa, 

                                     a distanza di qualche settimana vogliamo parlarvi della gita a Roma e riassumerla con un solo aggettivo: SPETTACOLARE!
Il viaggio di andata è stato lungo (8 ore!), anche se interrotto a un certo punto dalla pausa-pranzo al ristorante La Bianchina a Impruneta sulla via Cassia (i camerieri parlavano in una lingua molto strana che non sembrava neanche italiano! Abbiamo scoperto poi che si trattava del dialetto fiorentino).
Appena arrivati a Roma siamo andati a vedere luoghi e monumenti relativi alle origini della città: i colli Aventino e Palatino, l'isola Tiberina, il Velabro (la parte più fertile situata tra i colli) che ospita tuttora il teatro di Marcello e l'Arco di Giano.
Una volta terminata la visita siamo andati in hotel dove i professori ci hanno assegnato le camere. Dopo cena siamo andati un po' a divertirci nelle stanze insieme agli altri e alle 22:00 ci siamo infilati sotto le coperte pronti per dormire.
Il giorno dopo ci siamo svegliati molto presto, abbiamo fatto una colazione abbondante e ci siamo subito avviati in pullman verso il molo di ponte Marconi dove avevamo appuntamento con la guida per andare col battello a Ostia Antica.
Prima di tutto abbiamo pranzato al ristorante Lo Sbarco Di Enea dove abbiamo gustato una pizza buonissima!
Poi, a stomaco pieno, abbiamo ci siamo addentrati insieme a un'archeologa tra le rovine di Ostia Antica: il teatro, il foro, i bagni pubblici, le terme, i "i bar".
Al termine della visita siamo tornati a Roma per osservare da vicino le imponenti basiliche papali di S. Maria Maggiore e S. Giovanni in Laterano, dove ad "attenderci" c'erano le statue dei 12 apostoli.
Finalmente tutti in albergo a riposare!
Il giorno seguente (un giorno molto piovoso), dopo esserci svegliati, abbiamo fatto colazione.
Quindi, saliti sul pullman, abbiamo fatto il giro panoramico di Roma con le entusiasmanti spiegazioni della nostra guida d‘eccezione, il prof. Domenico Vescia (praticamente un romano d’adozione!).
Finito il giro turistico abbiamo iniziato una lunga visita lungo i sentieri del Foro Imperiale e abbiamo spalancato la bocca di fronte alla maestosità del Colosseo (vedi post successivo).
In seguito abbiamo gustato un pasto goloso in piazza del Colosseo al Royal Art Cafe'.
Poi, per colpa della pioggia, non abbiamo potuto comprare  i souvenir e abbiamo raggiunto direttamente il Vittoriano.
A fine giornata siamo poi tornati in hotel e, prima di andare in camera, abbiamo anticipato la messa dei Defunti nel Santuario del Divino Amore.  Siccome era la notte di Halloween, ci siamo divertiti mangiando le caramelle offerte dalla preside.
Era giovedì, il giorno previsto per il ritorno, ma la gita non era ancora finita. Infatti, prima di rimetterci sulla strada di casa, abbiamo fatto in tempo a visitare Palazzo Chigi (sede del Governo), Piazza e Palazzo Montecitorio (sede della Camera die Deputati), il Pantheon (tomba del re d'Italia), Palazzo Madama (sede del Senato della Repubblica),  piazza Navona, la fontana di Trevi.
Strada facendo ci siamo fermati a mangiare la pasta all’amatriciana nella trattoria “da Enrico” mentre fuori ricominciava a piovere.
Infine abbiamo fatto tappa in un piccolo negozietto per comprare i souvenir  di questa gita indimenticabile.
 Suela Messaggi, Giorgia Fugazzola, Pamela Moleri

martedì 20 novembre 2012

Piacere e dovere



Cari navigatori, oggi voglio condividere con voi un problema che mi porto dietro da anni: come conciliare il piacere con il dovere?
Mi spiego meglio: anche a voi può essere capitato di avere un impegno sportivo o di altro genere (musica, danza, canto, etc.) che rischia di essere da intralcio allo studio. Io, ad esempio, mi porto avanti con i compiti i giorni in cui non ho allenamenti o altri impegni che potrebbero tenermi impegnato per tutto il pomeriggio. Vale a dire, dato che svolgo 3 allenamenti a settimana (lunedì, mercoledì e venerdì), devo fare i compiti martedì e giovedì.                                                        
Volevo chiedere se anche voi avete questi tipi di problemi e come li risolvete.
Rispondete e ditemi la vostra!

Andrea Pagno

Into the wild... Immersi nella Natura!


Martedì 16 ottobre noi, vale a dire i ragazzi della Scuola Media dell’Istituto Facchetti, abbiamo trascorso la mattinata al Parco del Serio in località Romano di Lombardia accompagnati dai professori dei laboratori di Giornalismo, Scienze e Arte. Gli insegnanti hanno voluto che passassimo una giornata immersi nella natura per scoprire perché sono così importanti per la vita dell’uomo!
Siamo partiti verso le 8.30 con il pullman appositamente noleggiato dalla scuola e verso le 9 abbiamo varcato finalmente l’ingresso di questo grande orto botanico, dove ad attenderci c’era anzitutto una specie di “libro sacro” (filloteca) contenente dal 2008 tutte le foglie del parco scientificamente classificate.
Prima di visitare il parco i nostri professori ci hanno divisi in due gruppi per una migliore organizzazione della visita e ad ogni gruppo è stata affidata una guida (i signori Renzo e Natale). In particolare, i ragazzi del laboratorio di Scienze si sono concentrati sull’analisi della flora e della fauna, i ragazzi del laboratorio di Arte hanno tratto ispirazione dai colori della natura che li circondava, mentre i ragazzi del laboratorio di Giornalismo hanno raccolto dati e informazioni.
Innanzitutto la guida ci ha spiegato come si può distinguere una pianta dall’altra, ad esempio osservandone le foglie,  la corteccia o i fiori; quindi ha elencato il nome scientifico di ciascun esemplare incontrato. Molto interessanti sono state anche le informazioni che, durante il percorso, abbiamo avuto  modo di leggere sulle bacheche esposte. Esse ci hanno fatto capire che ci sono ambienti naturali come i boschi umidi i quali non sono legati a condizioni climatiche particolari e presentano quindi un tipo di vegetazione “azonale” che dipende molto dalla presenza dell’acqua. Tra gli arbusti e le piante incontrate lungo il percorso ricordiamo: il rosmarino, il tino, l’angelica, il salice bianco, l’ontano nero, la carice pendula.
A un certo punto, dopo aver attraversato l’orto dei “frutti dimenticati” (ossia i frutti praticamente estinti), abbiamo raggiunto la sponda del fiume Serio e lì abbiamo ascoltato le guide parlare dell’azione erosiva delle acque. 
Alla fine della visita, dopo aver ringraziato le guide che hanno speso il loro tempo per fornirci preziose informazioni, siamo ritornati a scuola affinché ciascun alunno potesse rielaborare all’interno del proprio laboratorio le conoscenze apprese.
 
Alemayehu Bonalumi, Leonardo Magni, Filippo Fontana, 
Margherita Radaelli, Mirea Elia

mercoledì 14 novembre 2012

Intervista a un Padre della Patria


 ELENA: In occasione della Festa dell’Unità Nazionale celebrata lo scorso 4 novembre abbiamo deciso di invitare in redazione uno dei Padri fondatori del nostro Paese: Giuseppe Garibaldi.
GARIBALDI: Salve a tutti!
LEONARDO: Beppe… possiamo chiamarla Beppe, vero? Siamo così abituati a leggere il suo nome ovunque (strade, piazze, monumenti) che ci sembra di conoscerla da una vita. Comunque, ci racconti un po’ di lei.
GARIBALDI: Sono nato nel 1807 a Nizza in Italia (vi ricordo infatti che all’epoca Nizza apparteneva al Regno di Sardegna), ma dopo un’insurrezione fallita in gioventù dovetti fuggire per rifugiarmi in Sudamerica.
ELENA: E cosa combinò dall’altra parte dell’Atlantico?
GARIBALDI: Mi battei a fianco di coloro che volevano ottenere l’indipendenza dai colonizzatori europei e lì imparai la tecnica della guerriglia.
LEONARDO: Vale a dire?
GARIBALDI: Vale a dire la lotta di piccole unità armate contro un nemico potenzialmente più forte ma messo in difficoltà da attacchi ripetuti e snervanti.
ELENA: Quindi, dopo aver concluso quell’esperienza e essersi guadagnato sul campo il titolo di “Eroe dei due mondi”, il ritorno in Italia per unificare il nostro Paese ancora diviso. Quali altri protagonisti l’hanno accompagnata nell’impresa?
GARIBALDI: I protagonisti che mi hanno accompagnato nel processo di unificazione italiana furono il liberale Camillo Benso conte di Cavour e il democratico Giuseppe Mazzini. Il primo era un abile politico capace di stringere accordi e alleanze, il secondo un pensatore che puntava alla rivolta delle masse.
LEONARDO: E lei, invece, che idea sosteneva?
GARIBALDI: Io, come Mazzini, sostenevo e sostengo anche oggi l’idea democratica, vale a dire: tutto il potere al popolo!
ELENA: Il suo contributo all’unificazione partì dall’Italia del Sud. Ce ne può parlare?
GARIBALDI: Dopo aver capito che il governo piemontese non avrebbe ostacolato il mio progetto, il 6 maggio 1860 decisi di partire: mi imbarcai a Quarto nei pressi di Genova e mi diressi verso sud. Lungo la traversata io e i miei 1070 volontari ci dovemmo fermare a Talamone in Toscana per impadronirci di un  maggior numero di armi. Da lì riprendemmo a navigare verso Marsala in Sicilia per affrontare l’esercito borbonico. Fu in quel momento che iniziò la nostra impresa.
Battaglia dopo battaglia ci avvicinevamo a Palermo e alla fine riuscimmo a liberare l'isola. Quindi, superato lo stretto di Messina, sbarcammo in Calabria. Da quel punto risalimmo lo Stivale fino a Teano, dove il 26 ottobre 1860 incontrai il re di Sardegna Vittorio Emanuele II e gli cedetti le regioni appena conquistate.
ELENA: Un’impresa davvero eccezionale…
GARIBALDI: Già, pensi che gli storici l’hanno ribattezzata LA SPEDIZIONE DEI MILLE.
LEONARDO: Perché un repubblicano come lei cedette i territori conquistati a un  monarchico come Vittorio Emanuele II?
GARIBALDI: Lo feci perché l’obiettivo comune era quello di raggiungere l’UNITÀ D’ITALIA, e il re di Sardegna in quel momento era la persona con maggiori possibilità di farlo.
ELENA e LEONARDO: Bene, il tempo a nostra disposizione è finito. Grazie di questa sapida intervista e grazie per aver contribuito a renderci tutti ITALIANI!
GARIBALDI: Grazie a voi per avermi ascoltato e… mi raccomando la cura del Paese che vi ho lasciato in eredità!

Elena Codecasa, Leonardo Magni

Una data da ricordare!

In occasione del prolungato ponte di Ognissanti il prof ci ha suggerito di sfruttare l’occasione per celebrare la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. A quel punto la maggior parte di noi ha spalancato la bocca e chiesto “Giornata di cosa, scusi?”. Il prof ha lasciato a noi il compito di svelare il mistero e, dopo una breve ricerca su Internet, abbiamo scoperto che il 4 novembre si festeggiano le Forze Armate d’Italia protagoniste del completamento dell’Unità del Paese al termine della Prima Guerra Mondiale (all’epoca mancava ancora il Trentino in mano agli Austriaci). In quella data avviene a Roma, da parte delle più alte cariche dello Stato (Presidente della Repubblica, Presidenti del Consiglio, ministri), l’omaggio al Monumento Nazionale a Vittorio Emanuele II (il Vittoriano) con la deposizione di una corona di fiori alla tomba del Milite Ignoto (un soldato di cui non si conoscono le generalità e per questo rappresentativo di tutti i soldati morti in battaglia). Altri luoghi importanti visitati nell’occasione sono il Sacrario diRe di Puglia in provincia di Gorizia (dove sono custodite le salme di 100.000 caduti nella guerra del 1915-1918) o Vittorio Veneto (località in cui si è svolta la Grande Guerra fra l’esercito italiano e quello austro-ungarico). In tutta Italia, presso monumenti e cimiteri, hanno luogo contemporaneamente cerimonie in memoria dei caduti di tutte le guerre. Sempre in quest’occasione è tradizione da parte del Capo dello Stato e del Ministro della Difesa inviare all'esercito un messaggio di auguri e di riconoscenza a nome del Paese.  
Questa festa fu una vera e propria giornata di “vacanza” (dal lavoro e dalla scuola) fino al 1977. In seguito, a causa di una riforma del calendario delle festività nazionali introdotta per ragioni economiche allo scopo di aumentare il numero di giorni lavorativi, è stata resa “festa mobile”, vale a dire fissata convenzionalmente la prima domenica di novembre. Speriamo con questo post di aver contribuito a diffondere tra i compagni il ricordo di un’importante ricorrenza del nostro Paese spesso dimenticata o ignorata.  

Andrea Beretta, Nicholas Bonizzoni 

martedì 13 novembre 2012

La Grande Carta delle Libertà


In occasione della visita alla Cattedrale di Salisbury gli studenti di 2^ Media hanno potuto vedere da vicino un’importantissima fonte storica studiata qualche giorno prima sulle pagine del manuale: la Magna Carta. Dietro una teca era infatti possibile osservare una copia della Magna Charta Libertatum, ossia del documento in latino emanato dal re d’Inghilterra Giovanni Senzaterra nel 1215 per tenere a bada i baroni del Regno, suoi feudatari ma allo stesso tempo pericolose minacce per la stabilità del trono. Era infatti l’epoca della Guerra dei Cent’anni contro la Francia e al re servivano le ricchezze dei nobili inglesi per poter continuare l’interminabile conflitto. Quindi, allo scopo di ottenerne il sostegno, il sovrano concedeva ai vassalli una serie di diritti mai riconosciuti in precedenza (divieto di imporre nuove tasse senza essersi prima consultato, garanzia di non poter essere imprigionati senza regolare processo, proporzionalità della pena rispetto al reato), riducendo di fatto per la prima volta nella Storia il potere di influenza del monarca sui sudditi.
Ecco a seguire un frammento di tale prezioso documento;

«Giovanni, per grazia di Dio, re d'Inghilterra, signore d'Irlanda, duca di Normandia e di Aquitania e conte di Angiò, agli arcivescovi, abati, conti, baroni, funzionari della foresta, sceriffi, giudici, intendenti, servitori ed a tutti i balivi e fedeli sudditi, salute. [...] Abbiamo anche concesso a tutti gli uomini liberi del nostro regno, per noi ed i nostri eredi di sempre, tutte le libertà sottoscritte, che essi ed i loro eredi ricevano e conservino, da noi e dai nostri eredi».
Filippo Fontana

giovedì 8 novembre 2012

Pietra sospesa


Nel post precedente si raccontava dello stupore di noi studenti partecipanti allo stage linguistico in Inghilterra di fronte a un luogo mitico in cui il mondo di oggi incontra la Preistoria: Stonehenge, vale a dire pietra sospesa (da stone = pietra ed henge, che deriva dal verbo hang = sospendere). Si tratta di grosse pietre (megaliti) conficcate a forma di cerchio nel terreno centinaia di secoli fa. Il sito archeologico, che si trova ad Amesbury nello Wiltshire a circa 13 chilometri a nord-ovest di Salisbury, è stato aggiunto alla lista dei Patrimoni dell'Umanità dell'UNESCO nel 1986. Gli storici si dividono sul senso di una simile “architettura” del passato. Infatti, dato che le pietre sono allineate in corrispondenza dei punti di solstizio (il punto in cui il Sole è alla massima distanza dall’equatore celeste) ed equinozio (il punto in cui il Sole incrocia il piano dell’equatore celeste), alcuni studiosi hanno suggerito l’ipotesi di un "antico osservatorio astronomico". Oltre che meta del turismo di massa, Stonehenge è attualmente luogo di pellegrinaggio per molti seguaci del Celtismo e di altre religioni neopagane. Gli enormi macigni arrivano a pesare 30 tonnellate, ragion per cui vennero molto probabilmente trasportati attraverso delle slitte che scivolavano su rulli in legno tirate con corde di cuoio da decine di uomini. Le pietre che costituivano gli elementi verticali venivano prima trascinate in corrispondenza di un foro sul terreno, quindi venivano fatte scivolare all'interno grazie a un primitivo sistema di leve. La pietra veniva poi sistemata in verticale tramite funi, e il foro veniva riempito con sassi. Una volta innalzate le pietre verticali, si aggiungeva quella verticale sopra (l'architrave), alzandola poco alla volta attraverso la costruzione di un fasciame di legname e l'uso di leve. Tra i megaliti più singolari si distinguono La pietra dell'altare, un blocco di cinque metri di arenaria verde, e La pietra del tallone, un tempo conosciuta come Tallone del Frate, attorno alla quale circola una curiosa leggenda:

Il diavolo comprò le pietre da una donna in Irlanda, le avvolse e le portò sulla piana di Salisbury. Una delle pietre cadde nel fiume Avon, le altre vennero portate sulla piana. Il diavolo allora gridò:, "Nessuno scoprirà mai come queste pietre sono arrivate fin qui". Un frate rispose: "Questo è ciò che credi!. Allora il diavolo lanciò una delle pietre contro il frate e lo colpì su un tallone. La pietra si incastrò nel terreno, ed è ancora lì.

Andrea Pagno

martedì 6 novembre 2012

A beautiful week in England



A distanza di qualche settimana abbiamo deciso di raccontarvi la nostra esperienza in occasione dello stage linguistico in Inghilterra.
Tutto è cominciato il 6 ottobre 2012 quando noi alunni della Scuola Secondaria di Primo Grado e alcuni studenti delle classi I, II e III della Scuola Secondaria di Secondo Grado ci siamo ritrovati all’aeroporto di Linate per prendere l’aereo destinazione Londra.
Ad accompagnarci il prof. Carmelo Fazio, Marilisa Gusmini e la Preside. 
Una volta atterrati e dopo aver ritirato i bagagli, ci siamo diretti in pullman verso il college.
Dopo 3 ore stancanti di viaggio siamo finalmente arrivati ad Harrow House in una città chiamata Swanage e ci siamo subito recati a mangiare. Dopodiché lo staff del college ha assegnato le camere e quindi siamo andati a dormire.
Il giorno seguente, dopo esserci svegliati e aver fatto colazione all’inglese (prosciutto, bacon, uovo all’occhio di bue, salsiccie, pane tostato…), abbiamo raggiunto Stonehenge per visitare delle gigantesche pietre conficcate a cerchio nel terreno e risalenti alla Preistoria. Terminato il “salto nel passato”, siamo ripiombati nel presente per il momento del pranzo. Quindi siamo nuovamente tornati indietro nel tempo all’interno della Salisbury Chatedral, contenente anche la famosa Magna Carta Libertatum (vedi altro articolo - ndr).
Verso le 5 del pomeriggio siamo infine ritornati al college dove abbiamo cenato e ci siamo subito recati a dormire.
Per tutto il corso della settimana, dopo la sveglia e la colazione, sostenevamo 2 lezioni mattutine di un’ora e mezza. Dopo pranzo, verso le 14:30, iniziavamo a svolgere varie attività fisiche (gli sport variavano tutti i giorni: badminton, hockey, tennis, calcio, pallavolo, bench ball, basket). Verso le 16:30, concluso l’allenamento sportivo e affamati più che mai, ci recavamo verso il ristorante per cenare. La sera si caratterizzava per diverse attività di tipo ricreativo: Wii games, discoteca, karaoke.
Infine, passata velocemente una settimana all’insegna del piacere e del dovere, siamo tornati a casa riportando in valigia una bella esperienza da condividere con gli altri (possibilmente in inglese!).
 
Mattia Amadei, Lorenzo Cavedini

venerdì 2 novembre 2012

Allievi 2.0


Durante le prime settimane di scuola abbiamo creduto che i nostri compagni del Liceo avessero ancora la testa in vacanza e si scordassero tutti i giorni di portare in classe libri e quaderni. Notavamo infatti che gli studenti di Prima e Terza Liceo si presentavano immancabilmente a scuola privi dei tradizionali manuali di carta. In compenso custodivano gelosamente nelle proprie mani una strana tavoletta che, a sentire loro, “conteneva tutto quello che poteva servire a lezione”. Si tratta dell’Ipad, vale a dire uno strumento tecnologico che sta entrando sempre di più nella vita quotidiana e che ora ha trovato posto anche in classe! Il nostro istituto, dopo aver presentato formale richiesta, è stato infatti scelto insieme ad altre scuole per partecipare al progetto sperimentale Generazione Web promosso dalla Regione Lombardia per la digitalizzazione (“traduzione” in formato digitale) della didattica. Troppi paroloni? Allora, visto che fra i lettori del blog potrebbero anche esserci “analfabeti” informatici, forniamo anzitutto qualche spiegazione sul “misterioso” aggeggio sopra indicato. L'Ipad è un tablet-computer (computer a forma di tavoletta) in grado di riprodurre contenuti multimediali e di navigare su Internet. Per fare tutto ciò è necessario scaricare le apposite App (Applicazioni) equivalenti ai software (programmi) di un normale pc. In questo modo imparare è un’esperienza completamente nuova, in aula e fuori. E c’è un’applicazione per tutti: dalle lezioni interattive ai sussidi didattici, dai programmi per la costruzione di mappe e schemi a quelli multimediali per l’approfondimento degli argomenti. E ora un po’ di Storia: l'IPad è stato presentato per la prima volta al mondo il 27 gennaio 2010 da Steve Jobs, fondatore della Apple, in occasione di una conferenza a San Francisco. Da allora a oggi siamo già arrivati alla quarta versione di tale “diavoleria”, su cui a breve si esprimeranno i nostri compagni più grandi dato che li intervisteremo per un bilancio di questi primi mesi… senza zaino in spalla!                                                 

                                                                                    Bonizzoni Nicholas, Lorenzo Cavedini, Leonardo Magni