martedì 23 aprile 2013

Cavalli da battaglia

Per molti anni il cavallo è stato compagno di avventure dell'uomo, non solo nei lavori e nei trasporti ma, purtroppo, anche in occasione di battaglie e guerre.
I cavalli nelle guerre sono sempre stati un'"arma" importante: fin dall'antichità sono stati usati per portare re, eroi, semplici soldati, messaggeri, mezzi e armi.
Nel campo del mito si ricorda ad esempio il leggendario cavallo alato di Perseo, Pegaso, nato dal terreno su cui era caduto il sangue della Medusa a cui l'eroe aveva appena tagliato la testa.
Nel campo della storia basti pensare ad Alessandro Magno e all'inseparabile Bucefalo, con cui aveva attraversato miglia e miglia in direzione dell'Oriente.
Oppure si pensi al celebre dipinto che rappresenta Napoleone saldamente in sella a un cavallo bianco poco prima di attraversare le Alpi e scendere in Italia.

Il cavallo in guerra è stato utilizzato fino a non molto tempo fa, prima dell'avvento dei mezzi meccanici (carri armati, autoblindati, jeep), quando ogni esercito prevedeva un apposito reparto detto CAVALLERIA. Ancora oggi nella lingua italiana, nel momento in cui interviene all'improvviso qualcuno in aiuto di qualcun altro in difficoltà, si ricorre all'espressione “È arrivata la cavalleria!”.
Proprio per questi motivi il famoso regista Steven Spielberg ha voluto recentemente riprodurre in un film il ruolo e l'utilità del cavallo nelle battaglie.
Infatti il film War Horse racconta del cavallo del protagonista, un giovane contadino di nome Albert, che, allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, viene venduto all'esercito inglese per poi passare in mano tedesca e francese prima di ritrovarsi quasi miracolosamente vivo alla fine del conflitto nelle mani del suo padrone.
Purtroppo, nel corso della Storia, non tutti i cavalli di “guerra” hanno conosciuto lo stesso lieto fine e molti sono morti sul campo.
E anch'essi sono degni di essere ricordati insieme agli uomini che li cavalcavano.

Elena Codecasa, Lorenzo Cavedini 

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