Quando sentiamo
l'espressione “acqua corrente” pensiamo subito al rubinetto della
nostra cucina e a tutte le volte che ce lo dimentichiamo aperto (ahi,
ahi, ahi).
In realtà l'acqua
che scorre per eccellenza in natura è quella dei fiumi.
Ma cos'è un fiume?
È un corso d'acqua
perenne che nasce da una sorgente e che termina con una foce entrando
in un lago (e allora prende il nome di immissario), in un fiume (e
allora viene detto affluente) o nel mare.
Oltre alla sorgente,
altri elementi costitutivi di un fiume sono: l'alveo (o letto dentro
il quale scorre), le sponde (che variano a seguito delle azioni di
erosione e accumulo) e la foce.
La foce può essere
di due tipi: a estuario, vale a dire con una forma a imbuto, e a
delta, vale a dire ramificata, come le radici di un albero.
Esso può essere
alimentato dalle
acque di un lago (e
prende il nome di emissario),
da quelle di
un altro fiume, da sorgenti sotterranee,
dai ghiacciai e dalle precipitazioni.
Ogni fiume
appartiene ad un bacino idrografico, cioè l'area geografica
comprende tutte le acque che finiscono poi nel fiume e le sue
caratteristiche più importanti sono: lunghezza, pendenza, velocità
e portata, ossia i litri d'acqua che passano in un metro quadro in un
secondo di tempo.
Nella parte
superiore il fiume scorre rapido e impetuoso e prende il nome di
torrente; nel suo corso medio attraversa le colline e scorre piano e
diventa più veloce nella parte inferiore dove è chiamato ruscello.
Una volta arrivato in pianura il corso d'acqua scorre sempre più
lentamente.
La foce si divide in
due tipi: a estuario, vale a dire con una forma a imbuto, e a delta,
vale a dire ramificata, come le radici di un albero.
Fabio Riva