martedì 4 febbraio 2014

Buongiorno signore maschere!

 

Tra pochi giorni è Carnevale e tra i banchi comincia a circolare il toto-maschera, vale a dire le scommesse su quali vestiti saranno indossati nell’occasione (anche da parte dei professori…).
Partendo da ciò, ci siamo chiesti quando fosse nata una simile festività e soprattutto come mai vista la sua originalità, cioè quella di poter essere per un giorno qualcun altro.
Si tratta anzitutto di una festa popolare che si celebra nei paesi di fede cattolica.
I festeggiamenti avvengono spesso nella forma di pubbliche sfilate in cui dominano elementi giocosi e fantasiosi; in particolare, l'elemento distintivo del carnevale è l'uso delle maschere e dei carri.
La parola carnevale deriva dal latino "carnem levare" ("eliminare la carne") poiché anticamente indicava il banchetto che si teneva l'ultimo giorno di carnevale (il cosiddetto martedì grasso), subito prima del periodo di digiuno della Quaresima.
Tra i Carnevali più celebri c’è quello di Venezia.
Le sue origini sono antichissime: la prima testimonianza risale ad un documento del 1094 in cui si parla di divertimenti pubblici per le strade della città.
L'istituzione del Carnevale da parte delle autorità veneziane è generalmente attribuita alla necessità della Serenissima, al pari di quanto già avveniva nellAntica Roma, di concedere alla popolazione, e soprattutto ai ceti sociali più umili, un periodo dedicato interamente al divertimento e ai festeggiamenti, durante il quale i veneziani e i forestieri si riversavano in tutta la città a far festa con musiche e balli sfrenati.
Attraverso l'anonimato che garantivano maschere e costumi, si otteneva una specie di cancellazione di tutte le divisioni sociali ed era autorizzata persino la pubblica derisione delle autorità e dell'aristocrazia.
Indossando maschere e costumi era possibile nascondere totalmente la propria identità e si annullava in questo modo ogni forma di appartenenza (di classe, di religione, di partito).
A partire dal 1271, vi sono notizie di produzione di maschere, scuole e tecniche per la loro realizzazione. Cominciarono ad essere prodotti gli strumenti per la lavorazione specifica dei materiali quali argilla, cartapesta, gesso e garza. Dopo la fase di fabbricazione dei modelli, si terminava l'opera colorandola e arricchendola di particolari come disegni, ricami, perline, piumaggi e quant'altro. I cosiddetti mascareri, che divennero veri e propri artigiani realizzando maschere.
Ognuno poteva stabilire atteggiamenti e comportamenti in base ai nuovi costumi e alle mutate sembianze. Per questo motivo, il saluto che risuonava di continuo nell'atto di incrociare un nuovo "personaggio" era semplicemente Buongiorno signora maschera.
La partecipazione gioiosa e in incognito a questo rito di travestimento collettivo era, ed è tuttora, alla base del Carnevale: si fa tutti parte di un grande palcoscenico mascherato, in cui attori e spettatori si fondevano in un unico ed immenso corteo di figure e colori.
Matteo Forcati e Stefano Regonesi

Nessun commento:

Posta un commento