Qualche giorno fa gli atalantini dell'Istituto Facchetti
hanno avuto una grande delusione allo stadio o davanti alla televisione: il 3-0
contro il Milan.
Probabilmente questi giovani tifosi non sanno di aver tifato
una donna della mitologia greca…
Infatti, secondo il mito, Atalanta (che in greco significa “in equilibrio”) fu abbandonata da
bambina dal padre. Ma Artemide (dea della caccia) mandò un'orsa che la allevò
fino a che non la trovò un gruppo di cacciatori.
Una volta cresciuta, la ragazza chiese di poter far parte
dell'equipaggio della nave di Giasone impegnata nella ricerca del vello d’oro ma
il capitano rifiutò.
La propensione di Atalanta per la caccia si notò quando
uccise il cinghiale Calidonio (il più forte secondo i greci); per questo venne
premiata con la pelle dell'animale.
Quest'ultima impresa la rese famosa; per questo il padre
insistette a trovarle un marito. La ragazza era contraria perché, secondo un
oracolo, una volta sposata avrebbe perso i suoi talenti. Grazie alle insistenze
del padre, la donna alla fine decise che chiunque l'avesse battuta in corsa
sarebbe diventato suo marito (anche se lei era sicura che nessuno sarebbe stata
in grado di batterla).
Ippomene, innamorato di Atalanta, chiese aiuto ad Afrodite
(dea dell’amore) per vincere la gara.
La dea decise di aiutarlo e gli donò tre mele d'oro del
Giardino delle Esperidi, un luogo magico dove cresceva appunto un grande melo
di pomi dorati. Allora, durante la corsa, Ippomene lasciò cadere una a una le
mele e Atalanta si fermò a raccoglierle; cosa che le fece perdere terreno e
quindi la corsa.
In queste righe mi sono dilungata sul
mito di Atalanta, ma ora tocca alla storia della squadra bergamasca: fondata il
17 ottobre 1907 da studenti del liceo come Società
Bergamasca di Ginnastica e Sport Atletici Atalanta, solo nel 1913 divenne
una squadra di calcio vera e propria. Dopo la sospensione causata dalla Seconda
Guerra Mondiale, la squadra ha ripreso più forte che mai (il 2 giugno del 1963,
ad esempio, conquistò la
Coppa Italia).
Senza contare, naturalmente, l'ultima sconfitta...
Annalisa Forcella
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