martedì 29 marzo 2016

La superstizione porta sfortuna!

Salve a tutti, cari lettori, sono in molti in Italia a credere nelle superstizioni: da dove hanno origine queste strambe credenze?
Scopriamo insieme!

PASSARE SOTTO UNA SCALA

Vi siete mai chiesti perché molte persone credono che passare sotto una scala sia presagio di malasorte?
In realtà questa superstizione non ha nulla a che vedere con la scala in sé: il motivo principale è il triangolo magico che l'oggetto in questione creerebbe quando viene appoggiato al muro.
Il triangolo magico simboleggerebbe l'equilibrio e la perfezione: attraversandolo l'equilibrio si spezzerebbe con la conseguenza che la sfortuna perseguiterebbe coloro che lo hanno attraversato.


ROMPERE UNO SPECCHIO:

Rompere uno specchio rappresenta una vera e propria catastrofe per le persone più superstiziose, visto che questo gesto porterebbe a ben 7 anni di sfortuna.
Questa credenza fonda le sue radici nell'antica Roma e deve la sua notorietà al valore simbolico che assumevano gli specchi, considerati al tempo oggetti magici in grado non solo di riflettere l'immagine fisica delle persone, ma anche la loro anima: frantumare uno specchio equivaleva quindi a rompere l'anima, causando la perdita della parte più pura della vita umana.
Perché proprio 7 anni? La prima teoria fa risalire questa credenza alla visione che i romani avevano del ciclo vitale di un uomo, secondo loro in grado di rinnovarsi periodicamente ogni 7 anni. Rompere uno specchio equivaleva quindi a danneggiare la propria anima fino al momento del suo rinnovamento.
Una motivazione più pratica è collegata invece al valore materiale che aveva a quei tempi lo specchio, spesso adornato con metalli e pietre preziose: facendolo distrattamente cadere poteva quindi rivelarsi molto doloroso dal punto di vista economico!

ROVESCIARE IL SALE:

Il sale è da sempre visto come nemico della salute ed è anche accreditato come uno dei principali nemici della fortuna.
Come per gli specchi anche il sale anticamente aveva un valore elevato ed era quindi un lusso per pochi, tanto da venire chiamato "oro bianco": vi basti pensare che la parola "salario" deve la sua origine al fatto che i soldati venivano retribuiti in sale. In aggiunta a questo va detto che il sale generalmente non rievoca ricordi felici: i guerrieri infatti erano soliti spargerlo sui terreni delle popolazione che conquistavano in segno di vittoria.
Inoltre, nel dipinto di Leonardo Da Vinci "L'Ultima Cena", è ben visibile del sale rovesciato: il giorno seguente Giuda tradì Gesù, condannandolo alla crocifissione.



                                                                                  Ana la lettrice accanita

martedì 22 marzo 2016

Onda su onda

Salve a tutti cari lettori,
siamo Andrea lo sportivo e Leo il rugbista e oggi siamo qui per parlarvi di una importante novità del mondo scientifico: le onde gravitazionali.
Ciò che fino a poco tempo fa si credeva fosse solo un'ipotesi di Einstein, adesso è confermato: le onde gravitazionali esistono davvero.
Ma cosa sono le onde gravitazionali?
Un'onda gravitazionale è una deformazione nella curvatura dello spazio-tempo che si propaga come un'onda. Come abbiamo già accennato il primo ad ipotizzare la loro esistenza fu Einstein, esattamente nel 1916. Stando all'equazione di Einstein le onde gravitazionali possono essere considerate a tutti gli effetti una forma di radiazione gravitazionale. Le onde gravitazionali possono essere generate da una moltitudine di fattori, ad esempio l'incontro tra due buchi neri o le esplosioni di supernove.
Ma come hanno verificato l'esistenza delle onde gravitazionali?
L'esistenza delle onde gravitazionali è stata verificata 100 anni dopo la creazione dell'ipotesi, esattamente l'11 febbraio del 2016, grazie all' Advanced Ligo, dei tunnel sotterranei lunghi alcuni Km costruiti in diverse parti del globo. I ricercatori hanno sparato dei laser all'interno dei tunnel e hanno verificato il cambiamento della loro traiettoria: con degli scanner speciali hanno notato che tutti i laser avevano cambiato traiettoria.
Sono persino riusciti a scoprire l'origine di queste onde: un'unione tra due buchi neri!
Speriamo di esservi stati utili, non ci rimane che salutarvi,





Andrea lo sportivo

Leo il rugbista

martedì 15 marzo 2016

GLI ANIMALI DA COMPAGNIA PIÙ STRAMBI!

Ciao a tutti carissimi lettori,
in questo articolo vi parleremo degli animali più strani da compagnia.
Sebbene ancora oggi cani e gatti rappresentino la miglior compagnia per l'uomo, molte persone hanno invece deciso di scegliere animali alquanto alternativi.
Vediamo insieme quelli più strambi!

L'IGUANA:
è un rettile simile ad una lucertola, ma molto più grande. I suoi movimenti sono molto lenti e, quando diventa adulta, si caratterizza per la cresta che ha sul dorso, maggiormente pronunciata nei maschi che nelle femmine. Ha origini del Sud America. È possibile allevarla in appartamento solo riproducendone l'habitat, ovvero un ambiente caldo e umido, in una teca di vetro abbastanza grande.


IL CINCILLÀ:
assomiglia ad un piccolo topo ed è ormai diventato molto di moda. Ha bisogno di cure affinchè si senta a suo agio. Proviene dal Centro-Sud America. Questo animale non morde, non graffia, ma è molto timido, non ama le coccole  e giocare con gli umani. Il cincillà non va mai lasciato libero in casa perchè potrebbe mangiare vari oggetti. Se si hanno delle piante é importante che non siano tossiche perchè, essendone ghiotto ed essendo un vorace sgranocchiatore, c'è rischio che si avveleni. Non bisogna tenere il cincillà in una gabbia, è infatti preferibile costruire una casetta con vari accessori come gli scivoli, le ciotole per il bagnetto e l'immancabile una ruota girevole!


IL FURETTO:
il suo nome scientifico è "Mustela putorius furo", letteralmente "Ladro puzzolente": ladro perchè nasconde il cibo, puzzolente perchè emana un cattivo odore. È un animale ambito e abituato a stare con gli umani che appartiene alla categoria dei mustelidi come la lontra, la donnola e la puzzola. Il furetto è un carnivoro. Dall'aspetto allungato e dal fisico longilineo, ideale per infilarsi nelle tane, ha il muso appuntito dal quale spuntano orecchie tondeggianti e ricoperte di peluria. Gli occhi sono vispi, il naso rotondo. La sua coda è lunga e folta, le zampe sono corte e munite di cinque dita ciascuna. Se lasciato da solo soffre. Chi ha intenzione di prenderlo deve sapere che dovrà affrontare un grosso impegno: per i disastri che combina sarebbe da tenere sempre sotto controllo. Non è un animale da gabbia: sarebbe meglio tenerlo in un recinto o in una stanza a lui riservata.



IL PAPPAGALLO:
è un animale da compagnia molto intelligente e sensibile, un vero giocherellone che, quando vuole, sa essere anche molto coccolone. Raggiunge 60-80 anni di età: quindi, chi ha intenzione di prendere un pappagallo, deve essere consapevole di stare per prendersi un impegno per la vita. Inoltre questo volatile non può essere tenuto sempre in gabbia, ma deve a volte poter volare liberamente. Essendo molto intelligente e socievole infatti soffre molto  solitudine e noia, arrivando a manifestare il proprio malessere spiumandosi e con comportamenti aggressivi che, a causa del robusto becco, potrebbero avere gravi conseguenze: per questo motivo non deve essere lasciato per molto tempo da solo e deve essere stimolato attraverso la proposta di continui giochi e nuove scoperte.
Per chi volesse avere un pappagallo come animale di compagnia un ultimo, importante avviso: molte specie di pappagalli emettono infatti suoni e richiami che, oltre a superare con facilità i 100 decibel (!), possono risultare molto fastidiosi, creando non pochi problemi con il vicinato.



IL PITONE:
è un grosso serpente che appartiene alla famiglia dei boidi. È pericoloso, un predatore spietato che uccide le prede stritolandole nelle sue potenti spire, in grado di arrivare fino a 8 metri di lunghezza. Ha la testa grossa, i denti lunghi e a forma di uncino. Gli occhi sono piccoli e ha la pupilla verticale per consentigli di vedere al buio. La coda  massiccia gli permette di ancorarsi ai rami. È dotato da organi di senso posizionati sul labbro superiore che gli permettono di rilevare i cambiamenti di calore nell'ambiente. Per il suo benessere bisogna allestire un terrario, avendo inoltre cura di controllarne temperatura e umidità in modo da ricreare il più possibile le condizioni  del suo habitat naturale. Chi volesse un pitone come animale domestico deve tenere bene a mente che la sua alimentazione comporta notevoli cure e aspetti che per alcuni potrebbero rivelarsi raccapriccianti: i pitoni amano infatti  nutrirsi di prede vive, in genere piccoli topi, che si devono acquistare nei negozi di animali!

Al prossimo articolo!




Ping Thomas
Sara la pallavolista
Hip Melly Hop

martedì 1 marzo 2016

L'aerodinamica

Salve a tutti cari lettori,
oggi vi voglio spiegare i principi fondamentali dell'aerodinamica.
Come molti di voi sapranno, l'aerodinamica non serve solo per il volo, ma ha un effetto fondamentale anche sulle prestazioni delle monoposto di F1 e non solo!
Le parti aerodinamiche fondamentali delle auto da F1 sono l'ala posteriore e quella anteriore che, oltre a incanalare l'aria nelle prese d'aria del motore e nelle pinze dei freni per raffreddarli, tengono la vettura "incollata" al terreno, favorendo migliore tenuta in entrata e in uscita dalle curve. Anche la scocca delle vetture è molto importante per le prestazioni e a volte fa la differenza tra il primo e il secondo posto.
I principi dell'aerodinamica in F1 e nel campo dell'aeronautica sono gli stessi, l'unica differenza riguarda l'obiettivo per il quale vengono applicati: se nella F1 vengono infatti sfruttati per mantenere il contatto a terra della vettura e ottimizzare in questo modo la spinta derivata della potenza propulsiva del motore trasferita sull'asfalto, in aeronautica vengono impiegati per staccare il veivolo dal suolo e permettergli così il volo; il principio fisico consiste nel creare una zona di alta pressione, data dallo scorrimento meno veloce dell'aria nel ventre dell'ala che, nel caso dell'aeronautica, alla giusta velocità, stacca appunto il veivolo da terra.
L'aerodinamica non interessa però solo gli ambiti del volo e delle competizioni motoristiche: nelle macchine che guidano i nostri genitori infatti, oltre a essere utilizzata per mantenere la vettura attaccata al terreno, sebbene in maniera meno estrema, viene anche sfruttata per abbassare al minimo la resistenza che oppone l'aria al moto dell'auto, in modo da ridurre da un lato i consumi e aumentare le prestazioni dall'altro.
Abbiamo così visto come una buona gestione dei flussi aerodinamici, ambito troppo spesso sottovalutato nell'immaginario comune, abbia in realtà un forte impatto non solo nei campi più all'avanguardia come la F1 o l'aeronautica, ma anche nella vita di tutti i giorni.
Al prossimo articolo,


Nicola l'aviatore